È presto, molto presto, per i tuoi gusti. Nella metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere un po' di tempo fa il sole non ha ancora deciso di svegliarsi, mentre tu hai giá preso il caffè e fumato una sigaretta, fatto la doccia, preso il caffé fumata una sigaretta, mangiato cereali, bevuto un probiotico, preso il caffé e fumata una sigaretta.
Dicevi, quando abbandoni il tuo attico all'ottavo piano di un palazzo nella zona residenziale meno in della metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere un po' di tempo fa, il sole non ha ancora deciso di svegliarsi. La poca gente in attesa dell'autobus ha sempre la stessa faccia. Le stigmate del lavoro dipendente. I liberi professionisti non prendono l'autobus. Non usano i mezzi pubblici.
Stereotipi. Il libero professionista guida un SUV. Il lavoratore dipendente usa i mezzi pubblici. Il libero professionista indossa giacca e cravatta. Il lavoratore dipendente veste piú casual. Il libero professionista mangia al ristorante. Il lavoratore dipendente si porta il pranzo da casa.
Tu sei a dieta. Ti piace portare vestiti scuri ma senza la cravatta e guidi una vecchia graziella usata.
Stai lavorando come consulente in una multinazionale della spazzatura. Ti pagano uno sproposito. Ufficialmente (e per approsimazione) il tuo lavoro è quanto di piú vicino ci sia al venditore porta a porta. Ovviamente il tuo vero compito consiste nel passare inosservato. Essere invisibile. Se c'è una cosa che hai imparato dopo dieci anni di lavoro dipendente è questa: negli uffici trionfano due tipi di persone, quelle che non fanno rumore o quelle che fanno troppo rumore. E, in ogni caso, il primo tipo di persona, si salva sempre.
Entrare in un ufficio non ti fa alcun effetto. Anzi.
La cosa che più apprezzi è l'ascensore.
Lavori in una torre di quindici piani sulla unica avenue della metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere un po' di tempo fa. In veritá sarebbero tre, le avenue. Ma questa è l'unica che possa davvero definirsi tale.
Lavori al piano numero quindici. La multinazionale della spazzatura occupa gli ultimi cinque piani. Nello stesso edificio ci sono una multinazionale dell'informatica, una multinazionale delle assicurazioni, una fondiaria locale, una multinazionale dei detersivi, un centro commerciale e otto piani di parcheggio sotterraneo.
Quando arrivi davanti all'ascensore ripassi mentalmente il copione della giornata. Ti guardi nello specchio e il tuo sorriso migliore è pronto a compiere il suo dovere. Sei pettinato e rasato. Vesti di scuro. Non hai alcun colore. Ma non sei pallido.
I dipendenti dell'informatica si riconoscono dalle borse dei laptop. Hanno il logo della multinazionale. Manager, amministrativi e commerciali si somigliano tutti. Ma gli informatici sono informatici seri. Hanno i brufoli e bevono il cappuccino in ascensore. Sono sempre sudati e ridono senza motivo.
I dipendenti dei detersivi si riconoscono dal profumo. Non potrebbe essere altrimenti, pensi. E, disgraziatamente, aggiungi, è difficile distinguere gli uni dagli altri. Hanno il fenotipo del venditore tupperware. Il principale criterio discriminante per la loro assunzione è, dopo lo sguardo inerte, un MBA.
Quelli che adori lavorano nei piani immediatamente inferiori alla multinazionale della spazzatura.
Sono gli assicuratori. Casa, lavoro, auto, motociclo, bicicletta, vita, morte. Anche miracoli, probabilmente. Sono capaci di vendere polizze di assicurazione per tutto e a tutti. Drammaticamente, per te e per il tuo buon gusto, non sono capaci di scegliere cravatte e scarpe. Drammaticamente, per loro, sono conviti di essere eleganti. Davvero, sono conviti di avere buon gusto.
(La realtà, triste, della metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere, è che il buon gusto in termini di abbigliamento non esiste, ti dici - ma forse il buon gusto in generale non esiste. non é un argomento che intendi discutere in questa sede quindi ti sistemi la cintura dei pantaloni e chiudi la parentesi.)
Quando la porta dell'ascensore si spalanca definitivamente sei arrivato al piano quindici: apri la porta d'ingresso con un badge, sorridi amabilmente (ma non troppo) alla receptionist, bevi un caffè e fumi una sigaretta, cammini lungo un corridoio sorvegliato da telecamere, raggiungi la tua scrivania, accendi il tuo terminale e - improvvisamente - ti accorgi di quanto sia semplice il mondo.
Per questo, e altri motivi che non intendi spiegare, saluti cordialmente e cerchi di diventare invisibile.
Dicevi, quando abbandoni il tuo attico all'ottavo piano di un palazzo nella zona residenziale meno in della metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere un po' di tempo fa, il sole non ha ancora deciso di svegliarsi. La poca gente in attesa dell'autobus ha sempre la stessa faccia. Le stigmate del lavoro dipendente. I liberi professionisti non prendono l'autobus. Non usano i mezzi pubblici.
Stereotipi. Il libero professionista guida un SUV. Il lavoratore dipendente usa i mezzi pubblici. Il libero professionista indossa giacca e cravatta. Il lavoratore dipendente veste piú casual. Il libero professionista mangia al ristorante. Il lavoratore dipendente si porta il pranzo da casa.
Tu sei a dieta. Ti piace portare vestiti scuri ma senza la cravatta e guidi una vecchia graziella usata.
Stai lavorando come consulente in una multinazionale della spazzatura. Ti pagano uno sproposito. Ufficialmente (e per approsimazione) il tuo lavoro è quanto di piú vicino ci sia al venditore porta a porta. Ovviamente il tuo vero compito consiste nel passare inosservato. Essere invisibile. Se c'è una cosa che hai imparato dopo dieci anni di lavoro dipendente è questa: negli uffici trionfano due tipi di persone, quelle che non fanno rumore o quelle che fanno troppo rumore. E, in ogni caso, il primo tipo di persona, si salva sempre.
Entrare in un ufficio non ti fa alcun effetto. Anzi.
La cosa che più apprezzi è l'ascensore.
Lavori in una torre di quindici piani sulla unica avenue della metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere un po' di tempo fa. In veritá sarebbero tre, le avenue. Ma questa è l'unica che possa davvero definirsi tale.
Lavori al piano numero quindici. La multinazionale della spazzatura occupa gli ultimi cinque piani. Nello stesso edificio ci sono una multinazionale dell'informatica, una multinazionale delle assicurazioni, una fondiaria locale, una multinazionale dei detersivi, un centro commerciale e otto piani di parcheggio sotterraneo.
Quando arrivi davanti all'ascensore ripassi mentalmente il copione della giornata. Ti guardi nello specchio e il tuo sorriso migliore è pronto a compiere il suo dovere. Sei pettinato e rasato. Vesti di scuro. Non hai alcun colore. Ma non sei pallido.
I dipendenti dell'informatica si riconoscono dalle borse dei laptop. Hanno il logo della multinazionale. Manager, amministrativi e commerciali si somigliano tutti. Ma gli informatici sono informatici seri. Hanno i brufoli e bevono il cappuccino in ascensore. Sono sempre sudati e ridono senza motivo.
I dipendenti dei detersivi si riconoscono dal profumo. Non potrebbe essere altrimenti, pensi. E, disgraziatamente, aggiungi, è difficile distinguere gli uni dagli altri. Hanno il fenotipo del venditore tupperware. Il principale criterio discriminante per la loro assunzione è, dopo lo sguardo inerte, un MBA.
Quelli che adori lavorano nei piani immediatamente inferiori alla multinazionale della spazzatura.
Sono gli assicuratori. Casa, lavoro, auto, motociclo, bicicletta, vita, morte. Anche miracoli, probabilmente. Sono capaci di vendere polizze di assicurazione per tutto e a tutti. Drammaticamente, per te e per il tuo buon gusto, non sono capaci di scegliere cravatte e scarpe. Drammaticamente, per loro, sono conviti di essere eleganti. Davvero, sono conviti di avere buon gusto.
(La realtà, triste, della metropoli occidentale in cui hai scelto di vivere, è che il buon gusto in termini di abbigliamento non esiste, ti dici - ma forse il buon gusto in generale non esiste. non é un argomento che intendi discutere in questa sede quindi ti sistemi la cintura dei pantaloni e chiudi la parentesi.)
Quando la porta dell'ascensore si spalanca definitivamente sei arrivato al piano quindici: apri la porta d'ingresso con un badge, sorridi amabilmente (ma non troppo) alla receptionist, bevi un caffè e fumi una sigaretta, cammini lungo un corridoio sorvegliato da telecamere, raggiungi la tua scrivania, accendi il tuo terminale e - improvvisamente - ti accorgi di quanto sia semplice il mondo.
Per questo, e altri motivi che non intendi spiegare, saluti cordialmente e cerchi di diventare invisibile.